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Gli esercizi di respirazione e l’infiammazione sistemica

GLI ESERCIZI DI RESPIRAZIONE E L’INFIAMMAZIONE SISTEMICA

Gli esercizi di respirazione, spesso associati a pratiche come lo yoga e la meditazione, possono avere un impatto positivo sull’infiammazione attraverso diversi meccanismi interconnessi.

Ecco come possono contribuire alla riduzione dell’infiammazione.

Gli esercizi di respirazione influenzano l’equilibrio tra il sistema nervoso simpatico (SNS) e il parasimpatico (PNS).

La stimolazione del PNS attraverso la respirazione profonda e controllata promuove uno stato di relax e calma la risposta di “lotta o fuga” mediata dall’SNS.

Questo può ridurre la produzione di cortisolo, adrenalina e altri ormoni dello stress che sono associati all’infiammazione.

La respirazione profonda migliora l’ossigenazione del sangue e la circolazione, riducendo lo stress ossidativo.

Lo stress ossidativo è un fattore che contribuisce all’infiammazione cronica.

Alcune ricerche suggeriscono che gli esercizi di respirazione possono influenzare positivamente l’immunità, potenzialmente riducendo i marker dell’infiammazione.

Lo stress psicologico cronico è un noto fattore che contribuisce all’infiammazione sistemica.

Gli esercizi di respirazione possono promuovere il rilassamento e ridurre lo stress, contribuendo così a mitigare l’infiammazione associata.

Alcune ricerche preliminari indicano che le pratiche di respirazione e meditazione possono influenzare l’espressione di geni associati all’infiammazione.

Questo offre un meccanismo diretto attraverso il quale queste pratiche riducono l’infiammazione a livello cellulare.

Gli esercizi di respirazione inoltre sono spesso parte di un regime di vita più ampio che include esercizio fisico, alimentazione equilibrata e gestione dello stress.

Questo approccio olistico che vi invito a seguire praticamente ogni giorno, ha effetti sinergici sulla riduzione dell’infiammazione.

Nel contesto delle placche aterosclerotiche e della salute vascolare, inoltre, gli esercizi di respirazione possono migliorare la funzione endoteliale e ridurre la pressione sanguigna, entrambi fattori che possono contribuire a ridurre l’infiammazione locale nelle arterie.

Gli esercizi di respirazione, in particolare quelli associati al pranayama nel contesto dello yoga, hanno una storia antica e profonda.

Il termine “pranayama” deriva dal sanscrito, dove “prana” significa forza vitale o energia vitale e “ayama” significa estensione o controllo.

Questa pratica si concentra sul controllo e la regolazione del respiro.

Le tecniche di pranayama sono descritte in vari testi classici dello yoga.

Tra i più noti, c’è il “Yoga Sutra” di Patanjali, un testo fondamentale del sistema filosofico dello yoga, scritto intorno al 2° secolo a.C. o poco dopo.

Il pranayama è descritto come una delle “otto membra” dello yoga.

Altri testi antichi dell’India, come le Upanishad, fanno riferimento alla pratica della respirazione controllata.

Il pranayama è anche descritto in dettaglio nel “Hatha Yoga Pradipika”, un testo classico del 15° secolo dedicato all’Hatha Yoga.

Oltre alla tradizione indiana dello yoga, esistono pratiche di respirazione in altre culture antiche, come quelle della Cina e dell’Egitto.

Ad esempio, nel Taoismo cinese, esistono pratiche simili che si concentrano sul controllo e l’armonizzazione del respiro.

Gli esercizi di respirazione hanno una storia lunga e ricca, con radici profonde in diverse tradizioni filosofiche e mediche.

Il pranayama nello yoga è uno degli esempi più noti e ben documentati di questa pratica, ma esistono molte altre varianti e interpretazioni attraverso diverse culture e sistemi di pensiero.

La comprensione e la pratica del controllo del respiro sono state riconosciute come fondamentali per la salute e il benessere in molte società antiche, una saggezza che continua ad essere applicata e studiata anche nell’era moderna.

Ivan Orizio

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