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IL PATRIARCATO: il mio punto di vista per rovinarti la giornata

Il patriarcato è un tema che suscita dibattito e controversie, specialmente nel contesto delle attuali teorie di genere e delle disuguaglianze sociali, nonché del politicamente corretto.

Spesso parlando di questo tema, ho litigato con molte ragazze nel mio chiuso su FB e da bravo maschio alfa le ho bannate (e ho provato piacere nel farlo, è capitato e ricapiterà).

Ciò che credo, è che il patriarcato non è una semplice costruzione sociale, ma il risultato delle differenze biologiche tra uomini e donne, che hanno influenzato per decine di migliaia di anni la struttura sociale e culturale umana.

Le gerarchie sociali sono in gran parte il risultato di differenze nelle abilità e nelle preferenze tra gli individui e possono essere osservate anche in altre specie animali.

È tuttavia vero che ciò che la società è oggi, soprattutto in molte culture arretrate, non può essere ridotto esclusivamente alle differenze biologiche, perché anche le strutture sociali e le norme culturali giocano un ruolo importante nel perpetuare la disuguaglianza di genere e i ruoli che ognuno di noi ha nella società.

Come esseri umani, abbiamo ancora molto lavoro da fare per permettere a ciascuno di esprimersi al meglio, senza criticarlo o limitarlo.

È importante promuovere un clima di inclusione e rispetto delle diversità nel quale ogni individuo può trovare la propria strada e realizzarsi pienamente.

Se sosteniamo posizioni come “le donne sono tutte t****” o “gli uomini sono tutti b*******” o “le donne non sanno guidare”, resteremo per sempre imprigionati in stereotipi limitanti.

Le persone sono persone, ed il fatto che ad un uomo piaccia travestirsi, indossare una parrucca e farsi chiamare Marta anche se si chiama Franco, non deve portarci a odiarlo o a considerarlo inferiore, come fino a qualche decennio fa noi uomini in occidente consideravamo inferiori le donne, come accade tutt’oggi in alcune culture retrograde.

Come individui tuttavia, oltre ad avere diritti, abbiamo anche il dovere di impegnarci per essere degni di ciò che pretendiamo.

Se Franco vuole essere chiamato Marta, per me non c’è davvero problema.

Se tuttavia in quanto travestito vuole lavorare in ospedale come medico anche se non ne ha le competenze ed un comitato LGBTQ insiste affinché lavori per “rappresentare le minoranze di genere” non curanti delle sue incapacità cliniche, il problema è enorme.

Se le donne vogliono essere pagate quanto gli uomini di pari posizione e ruolo, va benissimo, a condizione che lavorino bene e tanto quanto coloro che vogliono “imitare”.

Non c’è niente di strano in merito al fatto che un pilota con 10 mila ore di volo guadagni più di un pilota con 2000 ore di volo. L’esperienza, le competenze, le abilità, si pagano. Non il genere o i gusti sessuali del pilota in questione.

Quando in quanto donne dici “non guadagno quanto il mio collega uomo” chiediti però se ti impegnate quanto lui e se lavori quanto lui.

La meritocrazia ed in particolare i migliori risultati, si ottengono attraverso il duro lavoro su sé stessi, lo studio e l’impegno.

Attraverso il confronto e il dialogo, possiamo lavorare insieme per creare una società più equa, inclusiva, e soprattutto MERITOCRATICA, nella quale ogni individuo ha l’opportunità di esprimersi al meglio e contribuire al bene comune al suo massimo possibile.

A posto?

Ivan Orizio

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