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Il ciclo mestruale nel paleolitico

IL CICLO MESTRUALE NEL PALEOLITICO

In molte all’interno del mio gruppo Facebook una spiegazione scientifica del perché le donne del paleolitico non avevano il ciclo tutto l’anno, a seguito del mio post dove ho affermato che avere fasi di interruzione del ciclo in chi si allena e sta a dieta è assolutamente normale.

Per intenderci, l’ipotesi che le donne preistoriche potrebbero aver avuto meno cicli mestruali rispetto alle donne moderne è stata presentata da diversi ricercatori nel campo dell’antropologia e della biologia evolutiva.

Questa teoria si basa in parte sull’osservazione delle popolazioni di caccia-raccolta contemporanee, come gli !Kung del Kalahari e gli Ache del Paraguay, che tendono ad avere meno mestruazioni a causa di fattori come l’allattamento al seno prolungato e la malnutrizione.

Ad esempio, l’antropologa Beverly Strassmann ha condotto ricerche sui Dogon del Mali, dimostrando che l’allattamento al seno prolungato può portare a intervalli più lunghi tra le mestruazioni.

L’antropologa energetica Holly Dunsworth e colleghi hanno proposto che le donne preistoriche potrebbero aver avuto meno mestruazioni a causa della spesa energetica fisica e della relativa scarsità di cibo.

Queste sono ipotesi basate su dati limitati e sulle osservazioni di popolazioni contemporanee che vivono in modo simile alle popolazioni del Paleolitico.

Non esistono prove dirette che confermino esattamente come erano i cicli mestruali delle donne preistoriche. Ovviamente.

La ricerca sulle popolazioni di cacciatori-raccoglitori come gli !Kung del Kalahari e gli Ache del Paraguay ha mostrato che queste donne hanno meno mestruazioni nel corso della loro vita a causa di fattori come l’allattamento al seno prolungato, la malnutrizione e la spesa energetica.

Questo, a sua volta, influisce sulla loro salute riproduttiva.

Non è completamente chiaro come queste differenze influenzino l’incidenza delle malattie dell’apparato riproduttore, ma alcune ricerche suggeriscono che avere meno mestruazioni può ridurre il rischio di alcune condizioni, come il cancro dell’endometrio.

Chiaramente, queste stesse condizioni possono essere influenzate da una varietà di altri fattori, tra cui genetica, ambiente e stile di vita.

In sostanza, la dieta ipocalorica (paragonabile ai loro periodi di carestia) e l’allenamento (paragonabile al loro stile di vita attivo) fanno bene all’apparato riproduttore femminile anche (o grazie al fatto che) causano parziali interruzioni del ciclo.

L’argomento è complesso e multidisciplinare intersecandosi tra biologia evolutiva, antropologia e medicina (tutti argomenti che io studio giornalmente), ma la certezza che voglio darvi e che ho ribadito in ogni post sull’argomento, è che chi dice:

“Non importa se sei grassa, ma se l’allenamento e la dieta fanno perdere il ciclo per qualche mese, allora devi smettere di allenarti e stare a dieta”, non solo è un pazzo ma va contro alle evidenze scientifiche.

La dieta ipocalorica e l’allenamento causano alterazioni del ciclo il che è assolutamente normale, perché la gravidanza non si sposa con situazioni di bassa bodyfat e alto volume di allenamento.

Se quindi vuoi essere fertili e pronta a concepire, se sei magra, mangia di più e allenati di meno.

Ma se non vuoi concepire (e non vedo perché dovresti essere pronta al concepimento per 12 mesi all’anno per tutta la vita), focalizzati sui tuoi obiettivi di peso, salute e composizione corporea, riducendo la bodyfat e allenandoti pesante.

PS: per chi dice “ciò che hai scritto è valido solo se incolli dei link a PubMed” siete sotto uso di droghe che ritardano la vostra intelligenza?

Se ti interessasse davvero l’argomento andresti a cercare i nomi dei ricercatori che ho citato e lo studieresti.

O no ?

Strassmann, B. I. (1997). The biology of menstruation in Homo sapiens: Total lifetime menses, fecundity, and nonsynchrony in a natural-fertility population. Current Anthropology, 38(1), 123-129.

Dunsworth, H. M., Warrener, A. G., Deacon, T., Ellison, P. T., & Pontzer, H. (2012). Metabolic hypothesis for human altriciality. Proceedings of the National Academy of Sciences, 109(38), 15212-15216.

Ivan Orizio

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