UN CONSIGLIO A TE CHE SEI MADRE
Ho 39 anni, non ho figli, potrei parlare “da padre” (dei tuoi figli o dei figli di qualcun’altra), e da Coach. Ti parlerò invece DA FIGLIO, e lo farò “per esperienza personale”.
I miei genitori mi hanno lasciato carta bianca, fin dalla più tenera età, in merito alla mia educazione.
Questo significa che al di là di pochi consigli pratici del tipo “non drogarti” e “non rubare”, non mi hanno mai insegnato nulla.
Quando dico nulla, intendo proprio NULLA.
Non mi hanno mai spinto in nessuna direzione e hanno sempre seguito la logica del “fai i tuoi errori e imparerai da essi”.
Non è un concetto molto illuminato se poi lo lasci applicare ad un bambino.
È stato terribile? Sì e no. Ai miei occhi di bambino era assolutamente normale non avere un MENTORE e qualcuno che mi insegnasse a vivere. Immagino che anche molti altri bambini abbiano condiviso il mio destino.
Molto spesso, infatti, impariamo dai genitori per emulazione. Imitandoli nei loro pregi e nei loro difetti. Ma l’emulazione NON è il modo giusto per apprendere. Né per un bambino, né per un adulto.
Il corretto modo di apprendere è attraverso un PERCORSO DIDATTICO, sia teorico che pratico.
Perché se ci basiamo sull’emulazione, vorrà dire che, come delle scimmie mangia banane, saremo sempre limitati e imprigionati nell’essere “nulla più che i nostri genitori”.
Tu dirai “Che cosa c’è di male in questo? Io sono una brava persona e voglio che mio figlio sia una brava persona”.
Sì e no. C’è un problema in questo approccio.
Il problema è che insegnare a qualcuno a stare al mondo, vuol dire insegnargli molto di più che essere “una brava persona” (ammesso e concesso che tutti concordiamo sul concetto di “brava persona”, che è di per sé molto sfuggente e collegato alla morale comune, che non sempre è corretta).
Insegnare a qualcuno a vivere vuol dire dargli gli strumenti per gestire le aree più importanti della propria vita.
– la salute e l’estetica, attraverso l’alimentazione e lo sport
– il rapporto con gli altri, attraverso l’etica e attraverso capacità acquisite come l’arte di saper comunicare, di far valere le proprie opinioni, ma anche di saper ascoltare e imparare dagli altri
– il mondo del lavoro, mettendo ben in chiaro che una vita felice implica anche l’avere un lavoro che ci rende felici (dato che è questo che facciamo per la maggior parte della giornata, per praticamente tutta la vita), e che per avere un lavoro che ci rende felici, bisogna studiare tanto e lavorare duro, fin dalla più tenera età
– il valore dei soldi, perché i soldi sono un amplificatore di ciò che siamo, e ci permettono – se ne abbiamo tanti – di influenzare il mondo positivamente plasmandolo a nostra immagine e somiglianza (come aprire un ospedale o una scuola in Africa, o creare prodotti che migliorano il mondo, o poter aiutare qualcuno in difficoltà)
Ora… NON FARE L’ERRORE CHE I MIEI GENITORI HANNO FATTO CON ME!
Io ho imparato a stare al mondo dai cartoni animati giapponesi, dai libri di Hermann Hesse e dagli insegnamenti di Don Juan nei libri di Carlos Castaneda.
E il problema è che ho scoperto questi libri ormai in età adulta, più vicino ai vent’anni che ai cinque anni d’età.
Il mio unico insegnante da bambino, sono stati Ken Shiro, City Hunter e Akira Fudo di Devilman (e mi è andata bene, dato che sono tutti eroi che combattono contro il male con una volontà indomita. Ma cosa sarebbe successo se anziché guardare loro, avessi girato su Maria de Filippi e quei quattro succhia caz*i scappati di casa?).
Ciò significa che per tutta la mia fase di “sviluppo cognitivo”, non avendo avuto un mentore, sono cresciuto totalmente solo. Senza un insegnante. Senza una guida.
Tu mi dirai “Beh Ivan, ma ciò di cui parli è il compito dei maestri a scuola e non dei genitori”.
Io ti rispondo che i maestri a scuola hanno il ruolo di creare cittadini normali, non eccezionali. Quindi se vuoi che tuo figlio diventi eccezionale, sta a te farlo.
– l’amore per l’arte
– l’amore per la natura
– l’amore per lo studio
– l’empatia verso le altre forme di vita
– la curiosità di scoprire nuovi mondi
– il rispetto verso ciò che è diverso
– l’amore per il proprio corpo e la propria salute
– la passione, la dedizione, la volontà di impegnarsi e di primeggiare verso sé stessi (e in modo sano anche verso gli altri)
Queste cose, tuo figlio non le imparerà a scuola.
Né le imparerà guardando la tv.
Le imparerà da te, MA NON PER EMULAZIONE.
Perché a meno che tu non sia UN DIO in tutto, è assolutamente normale che tu come essere umano, hai delle mancanze.
Ecco perché devi insegnare a tuo figlio l’amore per i libri e per lo studio. INSEGNANDOGLI A LEGGERE FIN DALLA PIÙ TENERA ETÀ.
Ti svelo un segreto? I geni non sono geni.
Sono persone normali che qualcuno ha “curato” come geni, fin da quando sono nati.
Mozart non era un genio della musica, quanto piuttosto il figlio di un famoso compositore dell’epoca, che ha istruito suo figlio e lo ha aiutato a comporre opere fin dalla più tenera età.
Mozart sarebbe diventato il Mozart che conosciamo, se fosse nato figlio di un pastore semi-analfabeta e se fosse stato costretto dalla vita, a dare da mangiare alle bestie e a tirare l’aratro, per tutti i suoi giorni? Naturalmente no.
PRENDITI LA RESPONSABILITÀ QUINDI del fatto che hai messo al mondo un figlio e del fatto che, che lui diventi un’opera d’arte o meno, l’onere è tuo. La responsabilità è tua.
Non fare come i miei genitori che mi fumavano in faccia, o che mi lasciavano mangiare tutte le merendine che volevo. O che mi permettevano di non studiare e non fare i compiti. E che gli unici tentativi “educativi” che hanno fatto negli anni, sono stati sconnessi e privi di un piano chiaro.
FAI UN PIANO PER EDUCARE TUO FIGLIO, o lo condannerai ad una vita di frustrazione dal quale potrà risollevarsi solo se munito di una volontà eccezionale, fortuna, e al prezzo comunque di molto dolore.
“Ivan, ma essere genitori non è facile. È semplice per te parlare, che non hai figli”.
Ti credo. Essere genitori non è facile.
Ma se vuoi che i tuoi figli siano felici, devi prenderti la responsabilità del fatto di essere madre e cercare di educare i tuoi figli al meglio.
E se già insegnerai loro:
– A mangiare bene
– A fare sport
– Ad essere curiosi verso ciò che è diverso e interessati a capire la diversità più che a giudicarla
– Ad essere magri (magri = non grassi. Perché chi ingrassa da piccolo è abbastanza fottuto e fa una vita di merda)
– Ad essere belli (in modo sano, accettando i propri difetti e cercando di valorizzare i propri pregi)
– Ad essere giusti (consiglia ai tuoi figli di leggere molto, all’inizio libri per bambini, e poi libri per adulti. Di filosofia, etica, storia e scienze)
– A studiare e lavorare duro per costruire un futuro MIGLIORE DEL TUO e per costruire un futuro per l’umanità, migliore di quello che ha trovato quando è nato
Allora avrai già fatto la tua parte.
Se poi fin da quando è piccolissimo, lo aiuti a studiare una lingua straniera (o più di una come inglese, spagnolo, cinese, arabo).
E se gli insegni anche l’amore per l’arte e per la musica (anche solo banalmente “costringendolo” a studiare uno strumento musicale).
Allora avrai fatto la tua parte in modo eccezionale, più del 99% dei genitori che esistono.
Ricordati che AMARE non significa permettere all’altro tutto ciò che vuole (soprattutto quando a dover scegliere è un bambino. Lasciare carta bianca ad un bambino, è un errore).
AMARE significa FARE GLI INTERESSI DELL’ALTRO. Aiutarlo a realizzarsi. Sostenerlo nei momenti di difficoltà.
Non fare l’errore di “lasciare tutto al caso”.
Perché se lasci tutto al caso e se pensi “le cose andranno comunque come devono andare”, allora ti dico con quasi assoluta certezza, che tutto andrà male.
Perché poche sono le cose che vanno bene (e che soprattutto vanno AL MEGLIO) se lasciate al caso.
Pensaci.
Se non sai allenarti e mangiare bene e vuoi imparare come ottenere il meglio dalla tua genetica e da quella delle persone che ami, iscriviti al protocollo di XWOMAN da qui http://www.allenamentoxwoman.it/offerta.
Ciao
Ivan Orizio
Fitness Coach, autore e creatore di XWOMAN