L’AMENORREA DA ATTIVITÀ FISICA
L’amenorrea indotta dall’attività fisica è una condizione clinica che si verifica quando la mestruazione cessa per almeno sei mesi a causa di un eccessivo esercizio fisico.
È un fenomeno particolarmente rilevante nelle donne che si impegnano in discipline sportive ad alta intensità o che seguono una dieta rigida e ipocalorica.
La condizione fa parte di un più ampio quadro chiamato “Triade dell’atleta femminile”, che include anche l’osteoporosi e i disturbi alimentari.
Dal punto di vista fisiologico, l’amenorrea è generalmente dovuta ad uno squilibrio nel sistema endocrino.
Come ho spiegato molte volte, in condizioni di stress fisico elevato e/o apporto calorico insufficiente, il corpo interpreta questo stato come un ambiente sfavorevole per la gestazione.
In risposta, il sistema ipotalamico-ipofisario rallenta la secrezione di ormoni come il follicolo-stimolante (FSH) e il luteinizzante (LH), che sono fondamentali per il ciclo mestruale.
Per quanto riguarda la sua incidenza, l’amenorrea indotta dall’attività fisica è abbastanza comune nelle atlete d’élite e nelle donne coinvolte in attività fisica intensa.
Le stime variano, ma alcuni studi suggeriscono che fino al 44% delle atlete possano soffrire di amenorrea ad un certo punto della loro carriera, a seconda della disciplina sportiva e della rigorosità dell’allenamento.
Può verificarsi anche in donne che non sono atlete professioniste ma che seguono una dieta ipocalorica severa e si impegnano in esercizio fisico estremo come mezzo per il controllo del peso.
Le implicazioni a lungo termine di questa condizione vanno al di là della semplice assenza del ciclo mestruale.
L’amenorrea indotta dall’attività fisica è associata ad una ridotta densità minerale ossea (se la dieta è povera di calcio, proteine e vitamine), a un aumentato rischio di fratture e a potenziali problemi di fertilità (se la dieta resta ipocalorica per molti mesi o addirittura anni di fila, come in ragazze che soffrono di disturbi alimentari o che vivono da ossessionate per la loro definizione muscolare).
Il trattamento può richiedere un approccio multidisciplinare che include l’aumento dell’apporto calorico, la riduzione dell’intensità dell’esercizio e in alcuni casi, la terapia ormonale sostitutiva.
Ivan Orizio