Tra il 2010 e il 2015 vivevo in un garage. Mio padre era già ammalato e irrecuperabile, mia madre era perennemente nel suo mondo.
I miei genitori erano impegnati in una causa legale in cui prevedevo che nel giro di qualche anno avremmo perso la casa di famiglia, l’unica cosa che i miei genitori ancora possedevano.
Mio padre era totalmente affetto da demenza senile e imbottito di farmaci per tutte le sue patologie. Dormiva sul divano di casa circa 18 ore al giorno. Non poteva quindi prendere in mano la situazione e risolverla.
Mia madre, di contro, posseduta dall’ansia e dalla nevrosi, era incapace di fare qualsiasi azione risolutiva e viveva paralizzata nel terrore aspettando il momento in cui avremmo perso la causa e di conseguenza anche la casa di famiglia.
– conto corrente a zero
– nessun immobile di proprietà
– 4 bocche da sfamare
NO BUONO
Da parte mia la soluzione era semplice, trovare un accordo con la parte con la quale eravamo in causa, vendergli direttamente la casa scalando il danno per il quale eravamo in causa (vicende catastali) ed uscire dall’operazione immobiliare con qualche centinaio di migliaia di euro.
Io ne avrei presa una parte e mi sarei trasferito all’estero. Questo era il mio piano.
I miei avrebbero comprato una nuova casa più piccola per poterci vivere e avrebbero contemporaneamente ricaricato almeno un po’ le scorte di liquidità, così da poter arrivare alla pensione senza morire di fame.
Il problema è che come spesso accade in famiglia, nessuno è profeta in patria.
Avevo già 30 anni passati.
Ero già geniale sotto molti punti di vista.
Studiavo ore e ore al giorno.
Ma mia madre per qualche strana ragione, disapprovava la mia idea di vendere la casa e risolvere la causa immobiliare con un pareggio tra le parti.
Era per così dire, paralizzata come una vacca che vede i fari di un auto ed è incapace di spostarsi pur avendone tutto il tempo, e così finisce investita.
Di conseguena tra il 2012 e il 2015, man mano che le scorte di liquidità familiari sono andate sempre più ad esaurirsi, la situazione economica è semplicemente peggiorata di anno in anno.
Mio padre stava sempre peggio.
La causa si avvicinava sempre più al suo ovvio epilogo (eravamo in torto, nulla di grave, problemi di planimetrie e catasto, ma eravamo comunque in torto, ergo se non avessimo trovato un accordo, avremmo dovuto rimetterci alla decisione del giudice senza avere nessun margine di manovra).
Le finanze familiari erano sempre più rovinose ed il conto corrente familiare si avvicinava sempre più allo zero.
Da parte mia avevo 3 possibilità davanti:
– lavorare e mantenere tutti con quello che guadagnavo, mentre tuttavia mia madre si rifiutava di attuare il mio piano
– prendere e andarmene abbandonando i miei genitori al loro triste destino (di cui erano tuttavia completamente responsabili)
– provare a convincere mia madre (che faceva le veci di mio padre, di cui la casa era di proprietà) ad applicare l’unica ovvia soluzione (come ho detto, vendere la casa alla parte lesa ammortizzando il danno, ma incassando comunque qualche centinaio di migliaio di euro così da poter ripartire da capo)
Lo scenario 3 è quello che poi si è effettivamente verificato.
Abbiamo venduto la casa, i miei genitori si sono trasferiti in una nuova casa, io ho preso qualche decina di migliaio di euro (il valore del garage nel quale vivevo) e mi sono trasferito all’estero.
Il resto della storia la sai, sono diventato uno tra i fitness coach più pagati del mondo e ho cambiato la vita a migliaia di donne.
ORA, QUESTA ERA LA PREMESSA
Tra il 2014 e il 2015 ho sofferto di gravi aritmie. Extrasistoli costanti, cardiopalmo, crisi ipertensive, tachicardia.
Sono andato all’ospedale 3 volte.
Mi sono svegliato più volte nel cuore della notte con la pressione a 170 e 140 battiti cardiaci a riposo.
Ero come un leone in gabbia, come un super eroe senza poteri bloccato al primo livello di un videogioco del c****, da cui per ragioni puramente psicologiche (non mie) era impossibile uscire.
In quei 3 anni ho però imparato molte cose e ho permesso alla mia vera natura di emergere. E tra le molte cose che ho imparato, due te le voglio dire ora:
– la prima è che il sistema nervoso è f*********** potente e non c’è niente di più importante che modularlo e farlo funzionare correttamente per evitare di andare in burnout
Per farlo, la meditazione è estremamente importante.
È buona cosa meditare 2-3 volte al giorno, da 10 a 20 minuti a sessione, sedendoti sul divano con la schiena comoda e le gambe incrociate, chiudendo gli occhi, inspirando dal naso, rallentando il ritmo respiratorio e rendendo le inspirazioni più profonde.
Occhi chiusi, focus sull’aria che entra nelle narici, respirazioni profonde. Rimani li finché la tua mente non si è calmata.
Alcuni giorni sarà facile, altri sarà più difficile, ma la pratica rende perfetti, quindi il solo modo per arrivare allo stato di calma e di “presenza” è quello di applicarti ogni giorno.
2 volte al giorno se sei sana come un pesce e se la tua vita è rilassata, 3 volte al giorno se sei in un periodo di fuoco come quello in cui mi trovavo io.
La tua pressione sanguigna scenderà, il battito cardiaco si abbasserà, non avrai più aritmie, non dovrai più prendere farmaci per il controllo dell’ansia, dello stress o qualsiasi altra diavoleria farmacologica che agisce sul sistema nervoso.
La seconda cosa che ho imparato, è che se hai una spina conficcata nel piede, devi toglierla.
Puoi meditare con un pugnale conficcato nell’addome e provare a placare il dolore attraverso la respirazione cosciente (il che in parte funzionerà e migliorerà la risposta del tuo corpo al trauma), ma non sarai mai guarita finché non avrai estratto il pugnale, pulito la ferita, e finché non le avrai dato il tempo di guarire.
Alcune persone sono f*********** negative.
Alcune situazioni sono f*********** negative.
Alcune relazioni sono f*********** negative.
Non sarai mai in equilibrio per davvero finché non le avrai eliminate dalla tua vita.
Meditare con un milione di euro in banca è meglio che farlo con una causa legale in cui hai torto.
Dormire in un letto comodo è più riposante se al di fuori della porta di quella camera non c’è una persona che ti sta recando danno tutti i giorni con la sua presenza e con il suo influsso nefasto.
Alcuni problemi si possono risolvere affrontandoli.
Altri si risolvono eliminandoli.
Nel Far West estraevi la pistola, sparavi due colpi, fumavi una sigaretta davanti la cadavere del tuo nemico, poi montavi a cavallo e cavalcavi verso l’orizzonte.
Oggi farlo è illegale, quindi “eliminare il problema”, spesso vuol dire che devi prendere, fare le valigie e andartene fuori dal c**** (o liquidare soci parassiti, o licenziare persone che non servono a un c****, o cambiare lavoro, o cambiare fidanzato, etc. etc.).
La morale della favola è che meditare fa bene.
La seconda morale della favola è che nel Far West una 44 Magnum molto spesso dava risultati migliori di molte sessioni di meditazione.
La terza morale della favola è che oggi non siamo nel Far West quindi quando è necessario, bisogna eliminare i problemi cambiando vita. Non sei un albero del c****. Se qualcosa non ti piace, puoi alzarti, salutare e andartene per la tua strada.
O così, o il tuo corpo non ti darà pace.
Ci siamo?